SCHEDA 7 – GAZA – GENNAIO
Testimonianza di Aya Ashour
da Rafah
“Questa è la tenda in cui vivo con la mia famiglia. Siamo in dieci persone e dentro c’è spazio solo per noi: Cerco di scrivervi la situazione qui, ma non riesco. Non so come descrivere quello che sto vivendo. Quando ero sfollata nel campo di Nuiseirat avevo ancora la sensazione che sarei tornata a casa prima o poi….Ora però che sono finita all’estremo sud della Striscia di Gaza, a Rafah, mi sento lontanissima dalla mia casa demolita. Nel centro di accoglienza per sfollati a Neuseirat…nei due mesi che sono stata lì hostretto grandi amicizie…,davo una mano, ero riuscita a formare una squadra per offrire vari servizi nelle circostanze difficili che ci trovavamo ad affrontare…poi ci hanno chiesto di evacuare a Rafah…in mezzo a questa quantità di sfollati che si ammassano per le strade mi sento come una formica…trovi rifugio dentro le moschee, sui tetti delle case, nei saloni per ricevimenti, sulle montagne, in collina e in riva al mare. Guardando a quante persone ci sono e a quanti pochi aiuti riceviamo, continuo a pensare che moriremo di fame e di sete nel giro di pochi giorni, oltre che di malattie…. Qui vedo bambini senza scarpe né vestiti…cerco di stare vicina a mia madre, piange continuamente. Cerco di ricordare cosa abbiamo fatto di male al mondo come civili per vivere tutto questo. Non ci riesco.. Il mio unico sogno è sempre stato diventare un’avvocata, vaiggiare e vedere il mondo, vivere una vita. Adesso non abbiamo più sogni. Non voglio nemmeno più vivere. Qui vince chi muore: non c’è rimasto niente per cui lottare, nessun motivo per restare. Chi lotterà per restare accampato in una tenda, passare la giornata a cercare di procurarsi un po’ di cibo, da bere, medicine?” (Il Fatto quotidiano, venerdì 16 Gennaio).